Il Gioco dei Timidi
Progetto fotografico. Roma, 2023. I protagonisti di questo racconto sono persone comuni alle prese con progetti ordinari che, in una città così incerta, diventano straordinari. Con un piccolo particolare: c’è un sogno condiviso in ogni singola storia. Il sogno di una capitale diversa, dove il concetto di “comunità” torna centrale attraverso un lavoro fatto di costanza, sudore e partecipazione. Mi piace chiamarlo “il gioco dei timidi” *. Il gioco di coloro che preferiscono sedersi in ultima fila, lontani dai riflettori ma senza perdere di vista gli altri. Che scelgono di sussurrare invece di gridare, agire invece di promettere, rischiare piuttosto che accettare. Finché quel sogno non diventa realtà. Azioni e scelte di valore che costruiscono una resistenza silenziosa, ma non per questo meno visibile. Qui troverete un mosaico di volti e suggestioni: dalla milonga di Villa Gordiani, dove di notte uomini e donne di ogni età si ritrovano a ballare il tango perché, come racconta Daniela, “ci dà la forza di andare avanti in questi tempi così bui”, fino ai confini del Quadraro, dove numerosi cavalli sono stati salvati dal mattatoio e messi a disposizione della comunità grazie ad un’anima gentile di nome Sonia: “la vita non ha senso se non aiuti gli altri” mi ha detto, sottovoce. Nel mezzo, una piccola palestra popolare nata in un locale del Quarticciolo dove la boxe non è solo uno sport, ma uno strumento per indicare che un’altra strada è possibile, per il quartiere e le famiglie che ci vivono. Incrocerete poi gli sguardi dei volontari di Nonna Roma, che partendo dal Pigneto hanno fatto dell’accoglienza e la distribuzione alimentare il proprio cavallo di battaglia, perché nessuno si salva da solo. E terminerete questo viaggio a Metropoliz, il Museo dell’Altro e dell’Altrove lungo la Prenestina, un luogo dove “l’arte salva lo spazio e lo spazio salva l’arte” *. E dove le persone che vi abitano salvano entrambi, fino a sancire un traguardo inaspettato.
Gennaio 03, 2020