«Ho usato oggetti personali dei miei genitori e dei miei nonni e vecchie foto che ho trovato nei mercatini delle pulci.
In questo lavoro metto anche i miei sentimenti per le ferite personali e sociali e il desiderio di guarirle: la frattura tra uomo e donna e i pregiudizi invalidanti su quali dovrebbero essere i loro ruoli sociali. Il dolore di non essere completamente liberi di fare le nostre scelte individuali, sessuali oltre che professionali, o di non essere visti per quello che siamo ma per quello che dovremmo essere o fare».
Gennaio 03, 2020